Direttiva RoHS: l’analisi chimica dei materiali per ottenere la certificazione

In tema di restrizioni sull’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), la direttiva 2011/65/UE – detta anche RoHS II – ha sostituito la direttiva 2002/95/CE. Definita dall’acronimo di “Restriction of Hazardous Substances Directive”, la RoHS è volta ad accomunare le legislazioni degli Stati membri sulle restrizioni dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature sopra citate e a tutelare la salute umana, connessa al recupero e allo smaltimento ecologicamente corretto dei rifiuti degli apparecchi.

la RoHS e i suoi cambiamenti principali

In primo luogo, la nuova direttiva ha esteso il campo delle sostanze soggette a restrizione, affinando la documentazione tecnica necessaria, comprensiva di dichiarazione di conformità (DoC) e marcatura CE. La direttiva, inoltre, ha definito obblighi ulteriori per gli operatori della catena di produzione/distribuzione e ha armonizzato l’elenco delle sostanze soggette a restrizioni con normative affini come il REACH.

A livello di ampliamento del campo di applicazione, sono state aggiunte tre categorie di prodotti soggetti alla RoHS II, che sono dunque passate da otto a undici. Le categorie in questione sono:

• Categoria 1 – Grandi elettrodomestici;
• Categoria 2 – Piccoli elettrodomestici;
• Categoria 3 – Apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni;
• Categoria 4 – Apparecchiature di consumo;
• Categoria 5 – Apparecchiature di illuminazione;
• Categoria 6 – Strumenti elettrici ed elettronici;
• Categoria 7 – Giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e per lo sport
• Categoria 8 – Dispositivi medici;
• Categoria 9 – Strumenti di monitoraggio e controllo, compresi gli strumenti di monitoraggio e controllo industriali;
• Categoria 10 – Distributori automatici;
• Categoria 11 – Altre apparecchiature (AEE) che non rientrano in una delle categorie di cui sopra.

Per quanto riguarda invece le sostanze con restrizioni d’uso e i valori delle concentrazioni massime tollerate per peso nei materiali omogenei, la RoHS pone l’accento su: Piombo (0,1 %), Mercurio (0,1 %), Cadmio (0,01 %), Cromo esavalente (0,1 %), Bifenili polibromurati (PBB) (0,1 %), Eteri di difenile polibromurato (PBDE) (0,1 %).

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MARCATURA CE e DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ

Come accennato, dalla sua entrata in vigore la direttiva RoHS ha introdotto l’obbligo della marcatura CE e i requisiti per la dichiarazione di conformità. Al fine di immettere sul mercato apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), dunque, ogni operatore economico deve sottostare alla procedura di valutazione della conformità in linea con la normativa. La conformità ai requisiti della RoHS deve essere supportata dalla documentazione tecnica necessaria; che comporterà poi una dichiarazione di conformità (DoC) e la marcatura CE da apporre sul prodotto finito.

In questo contesto, il produttore deve garantire che l’apparecchio elettrico o elettronico soddisfi le esigenze di limitazione sulle sostanze soggette a restrizioni, redigendo la documentazione tecnica, dopo aver fatto effettuare il controllo interno della produzione. Sempre al produttore spetta il compito di emettere la dichiarazione di conformità, apporre la marcatura CE garantendone la tracciabilità, e mantenere disponibile la documentazione per 10 dall’immissione sul mercato. In linea generale, inoltre, tutti gli operatori economici – il fabbricante, il rappresentante autorizzato, l’importatore e il distributore – hanno la responsabilità di garantire la conformità dei prodotti, applicando – quando necessario – le misure correttive più adeguate.

Come ottenere la Certificazione RoHS

Esistono due modalità per ottenere la certificazione RoHS. La prima – largamente diffusa negli anni passati – prevede l’analisi di tutti i componenti e i materiali utilizzati per la produzione del prodotto, volta a raccogliere le singole dichiarazioni di conformità alla RoHS che li riguardano. Questa modalità si basa sul principio per cui se tutti i componenti e materiali utilizzati rispettano i limiti previsti, conseguentemente anche il prodotto completo li rispetta.

Ad oggi, invece, si agisce utilizzando la seconda metodologia che consiste nel prendere il prodotto, smontarlo completamente, raccogliere i campioni di tutti i materiali utilizzati – sia delle parti elettriche sia plastiche – per sottoporre tutti questi campioni ad analisi chimica. Ne consegue che il numero di analisi è elevato, estremamente preciso, tanto da essere affidate a laboratori dedicati che svolgono queste attività con grande efficienza.

Come di consueto, Sicom Testing risponde alle esigenze di mercato con prontezza ed efficacia. Per soddisfare le crescenti richieste di certificazione RoHS con applicazione del metodo dell’analisi chimica dei materiali, Sicom Testing ha stretto nuovi accordi con laboratori specializzati e propone ai propri clienti un servizio completo, veloce e sicuro.

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